Il dipingere di Maris, denuncia con evidenza propria la spontaneità e lo slancio di chi si affaccia alla vita e la salute, diciamo così di avventatezza e di energia che sono propri dell’età.
In maris residui futuristici, cubisti anche surrealisti escono dalla trama del quadro piacevolmente aperti e sopratutto vi è un senso evidente della costruzione del quadro, un camminare per parabole strutturali, una ferma e decisa volontà di afferrare una dimensione.
I colori a volta scuri, a volta vivaci, con figure tagliate nell’ombra, danno un senso drammatico, ma nello stesso momento fiabesco, come se la tematica dell’artista risenta di un qualcosa di interiore, sofferto, malinconico, triste.
E’ una ricerca ancora vergine quella di Maris, una ricerca che lo potrà portare a stadi più avanzati, ma la tematica è quella di un animo semplice e sensibile. Due aggettivi questi che potranno avere in futuro una strada aperta, una strada che Maris ha intrapreso con ferrea volontà, ma sopratutto grande umiltà.
Aldo Giovannini, La Nazione.